La Coltivazione
In primavera, dopo aver fatto riposare il campo per tutto l’inverno, si comincia la preparazione della risaia, prima si concima per restituire alla terra gli elementi nutritivi, si esegue l’aratura e si livella. Spianata la risaia, è il momento di seminare i piccoli chicchi di riso; per terminare il tutto si immerge il campo con l’acqua di risorgiva.
L’acqua è indispensabile, è una coperta per il riso, perché serve per proteggerlo dagli sbalzi termici. Dopo qualche giorno dalla semina l’acqua sarà tolta dalla risaia affinché il piccolo chicco di riso, appena radicato, possa ancorarsi e piantarsi al terreno. Da questo momento inondazione ed asciutta saranno sapientemente regolate dal risicoltore.
Il riso viene amorevolmente curato per tutta l’estate, per raggiungere la maturazione a settembre/ottobre.
La lavorazione
Il riso grezzo, cioè il risone, dopo essere stato colto dalla risaia, viene accuratamente essiccato ed immagazzinato.
La lavorazione (sbiancamento) del riso viene effettuata senza l’utilizzo di materie chimiche, ma per sfregamento. Il risone viene pulito dalle impurità e viene liberato dalla “buccia”, cioè dalla lolla; vengono tolti anche i grani rotti (la rottura di riso) e quelli non maturi (la grana verde).
Dopo i vari passaggi della lavorazione si ottiene il riso pronto per essere usato come alimento principale o come contorno di vari piatti.
La lavorazione del riso avviene con un macchinario chiamato “Pila”.
Il mulino
Il mulino interamente fatto di legno, con all’interno una macina in pietra, serve per macinare il riso ed ottenere la farina di varie grammature.
Più fine serve per fare dolci, pasta, infarinare carne o pesce; più grossa per fare una polenta morbida e molto delicata, oppure gli gnocchi di farina di riso.